Spider of the year 2018 – IT

Ragno dell’anno 2018

Steatoda punteggiata – Steatoda bipunctata (Linnaeus, 1758)

La Steatoda punteggiata, Steatoda bipunctata (Linnaeus, 1758), è un ragno appartenente alla famiglia dei Theridiidae. Nel mondo questa famiglia conta 2,487 specie di cui 228 si ritrovano in Europa. Il genere Steatoda è rappresentato in Europa da 13 specie, 8 delle quali si ritrovano anche in Italia. Insieme ad altri generi, tra cui il famigerato Latrodectus, il genere Steatoda include i ragni comunemente noti come “vedove”.

La Steatoda punteggiata è diffusa in tutti I paesi europei. La sua distribuzione altimetrica è piuttosto ampia, visto che si ritrova dal livello del mare fino ai 2000 m in montagna.

Si tratta di un ragno tessitore che frequenta gli ambienti antropici, in particolare le abitazioni, dove si ritrova nelle intercapedini delle finestre o sotto i davanzali. La Steatoda punteggiata è molto adattabile, e sopporta bene anche condizioni di aridità spinte. Più comunemente si ritrova in giardini, tra i cespugli, sotto le cortecce, tra le pietre e sui muri. Il nome richiama la presenza di una fila di puntini scuri sull’addome, caratteristica di questa specie.

Il corpo misura circa 4.5–7 mm nelle femmine e 4–5.5 mm nei maschi. Il corpo è lucente, in particolare l’addome, che è leggermente schiacciato. Il colore dell’addome tende al bruno o al nero. Due bande chiare indistinte si ritrovano sulla parte centrale dell’addome e sulla parte anteriore. Quattro puntini scuri corrispondenti ai punti di inserzione dei muscoli adodminali sono visibili sull’addome, le zampe sono brunastre, con anelli più scuri.

La Steatoda punteggiata costruisce una ragnatela tridimensionale – normalmente negli angoli o nelle nicchie– con diversi intrecci di fili appiccicosi verticali diretti verso l’alto o lateralmente. I fili di cattura sono diretti verso il basso e presentano goccioline di colla alle estremità inferiori. Quando le prede rimangono intrappolate in questi fili, il ragno esce dal suo rifugio e consuma le prede direttamente sulla tela. La Steatoda punteggiata non cattura soltanto piccoli insetti, ma può catturare anche ragni di dimensioni notevoli, come le tegenarie.

La Steatoda punteggiata si ritrova tutto l’anno, anche se di solito i maschi si ritrovano prevalentemente da Giugno a Ottobre, durante il periodo dell’accoppiamento. Durante il corteggiamento il maschio produce dei suoni con un organo stridulatorio situato nella parte terminale del cefalotorace che viene sfregato contro la parte anteriore dell’addome. In questo modo la femmina è attratta fuori dal suo rifugio per l’accoppiamento, che di norma avviene in autunno o più raramente in primavera. La femmina depone circa un centinaio di uova di colore rosa che avvolge in un cocoon bianco che viene appeso alla ragnatela.

Steatoda bipunctata può essere facilmente confusa con altre specie dello stesso genere, ed in particolare con Steatoda castanea, una specie che frequenta habitat simili distinguibile per la colorazione più chiara.

Perchè Steatoda bipunctata è stata scelta come ragno dell’anno 2018?

Da un lato questa specie è facilmente ritrovabile in ambiente sinantropo, ed è relativamente facile da identificare. Dall’altro, si tratta di una specie di “vedova” non pericolosa, a differenze delle vedove nere mediterranee, il cui morso è pericoloso per l’uomo. I particolari suoni prodotti dal maschio nel corteggiamento rappresentano un’altra peculiarità di questa specie.

L’iniziativa del Ragno dell’Anno ha come scopo quello di avvicinare il pubblico ad un gruppo impopolare di animali e di fornire dati interessanti agli studiosi sulla distribuzione delle specie europee. In questo contesto, potete divertirvi a scoprire il Ragno dell’Anno e inviarci fotografie corredate da dati sulla posizione utili a documentare la distribuzione di questa specie in Europa.

Il ragno dell’anno è scelto ogni anno da 83 aracnologi di 26 paesi diversi. Il coordinamento del progetto è curato dal Museo di Storia Naturale di Vienna insieme ad ‘Arachnologischen Gesellschaft’ (AraGes) e la Società Europea di Aracnologia (ESA).

Christoph Hörweg & Marco Isaia

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